PatrickAlò Gallery About Contacts

 

  • Bio
    Dai movimenti studenteschi alle occupazioni per attività sociali agli "squat" scopre la passione per l’archeologia industriale, il riciclo ed il cyberpunk, e vi fonde l’amore per il classicismo. Per lui l’utilizzo di materiali “riciclati” o poveri non è più neanche etica civile o rifiuto della civiltà dei rifiuti, ma già un adattamento, una mutazione, sia nel modo in cui si guarda agli oggetti sia come li si utilizza. Nella cultura Classica trova i soggetti più interessanti per la sua espressione ed in particolar modo nelle metamorfosi: gli assemblati uomo-animale, gli ibridi e le mutazioni evocano ai suoi occhi l’immensa potenza immaginifica della natura che nell’incessante casuale ricerca rinnovano la creazione, e trovano la loro sintesi migliore nell’essere rappresentati dalla fusione di oggetti con origini diverse.
  • Principali mostre
    
2014
-Bologna, Artefiera - Art First - Galleria del Laocoonte, Roma 2013
-Fiuggi (Fr), Officina della Memoria - L’acqua, la luce, la pietra -Bologna, Artefiera - Art First - Galleria del Laocoonte, Roma
-Arpino (Fr), Fondazione Umberto Mastroianni 2012
-Hangzhou (Cina) 15th West Lake Art Fair - Galleria Vittoria, Roma
-Roma, Palazzo Venezia, Biennale Internazionale dell'antiquariato - Galleria del Laocoonte, Roma
-Frosinone, Villa Comunale di Frosinone, AlògicA
-Viterbo, Palazzo degli Alessandri, Convivio 2011
- Roma, Palazzo Venezia, 54° Biennale Internazionale d’arte - Padiglione Lazio,
- Atina e Caprile (Fr), Palazzo Ducale di Atina
- Frosinone, ArtWare Arti Grafiche Tofani, Mythographia
- Bomarzo (Vt), Museo delle sculture iperspaziali “Attilio Pierelli”, Giovani d’arte 2010
- Sulmona (Aq) - Polo museale civico diocesano - XXXVII premio Sulmona - Vico Nel Lazio, Palazzo del Governatore, Mythos
- Pofi, Museo Preistorico “Pietro Fedele”, Terra Madre
- Cagnes-sur-Mer (F), Castello-Museo Grimaldi, Biennale UMAM, Clairs-obscurs. 2009
- Genova, Cortile Maggiore del Palazzo Ducale, Artelier. Dumping Art
- Roma, Galleria Le Opere, Alògia (disturbi della memoria semantica).
- Venezia, In Paradiso, Giardini della Biennale, Concilio Europeo dell’Arte, Art on Web.
- Milano, Palasharp, Us@re.
- Frosinone, Villa comunale di Frosinone, Sylvatica.
- Viterbo, Orto Botanico dell’Universita’ degli studi della Tuscia, Terra come Arte.
- Roma, CAE Città dell’altra economia, Sc.art 2008
- Bracciano, Roma, Chiostro degli Agostiniani, Rifiuti eccellenti, Mostra collettiva
- Cagnes-sur-Mer (F), Parco del museo Renoir, La femme muse et modèle, Biennale di scultura.
- S.Severa, Roma, Sale del Castello di S.Severa, Astarte, Mostra collettiva.
- Roma, Re(f)use, arte e design da oggetti riciclati
- Civitanova Marche, Pellegrini Gallery, Mostra collettiva.
- Roma, Galleria GARD, La materia ri-nata, Mostra collettiva. 2007
- S.Martino al Cimino, Palazzo Doria-Pamphilj, Ambientarti, mostra collettiva.
- Roma, Galleria Vista, Rinasce-Re, Mostra personale: premio della giuria al vincitore dell’edizione in collettiva.
- Roma, Galleria Vista, Rinasce-Re, Mostra collettiva incentrata sul tema del recupero. 2006
- Albuquerque New Mexico (Usa), vinto il concorso su bando pubblico realizza un’opera pubblica monumentale per le celebrazioni
del trecentenario della città di Albuquerque. 2003
- Nizza (F), Galerie Ferrero, Sculptures Romaines, mostra personale 2001
- Roma, Fiera di Roma, EquoRoma III edizione, mostra collettiva
- Albuquerque, New Mexico (Usa), Galleria Artestruktura, The Other Side, mostra personale. 2000-2007
- Bolsena Vt., ex-Convento S.Maria del Giglio, Mostra personale permanente nel chiostro e nei giardini dell’ex convento. 2000
- Roma, Stabilimenti dell’ex mattatoio, EquoRoma II edizione, mostra collettiva.
- Roma, spazio espositivo dell’assocazione Granma, La retroguardia romana, mostra collettiva. 1999
- Roma, Stabilimenti dell’ex mattatoio, EquoRoma I edizione, mostra collettiva.
- Bolsena Vt., Ex-convento S. Maria del Giglio, Much to do about rubbish (rifiutare la civiltà dei rifiuti), mostra collettiva.
- Roma, galleria Consorti, mostra collettiva.
  • Testi critici
    Patrick Alò si scopre scultore nei territori abbandonati dalla mareggiata postindustriale, in vecchi capannoni, in fabbriche abbandonate e ricondotte a nuova vita dal fenomeno dei centri sociali. Qui incontra la Mutoid Waste Company, un gruppo di artisti di ispirazione punk, che ha animato la scena rave europea costruendo mostri meccanici, installazioni dinamiche. Alò comprende che quei materiali, quelle macchine desuete si prestano appieno ad esprimere la sua vena poetica ad un tempo potente ed immaginifica. Apprende la tecnica, individua un campo preciso di ricerca ed abbandona immediatamente le suggestioni cyberpunks della MWC per dare espressione alle creature fantastiche che affollano il suo immaginario. Chi conosce Roma, chi ha frequentato quella periferia disordinata che assedia resti di acquedotti o antichi tratti di mura, non può non riconoscere nelle sculture di Patrick Alò il termine ultimo di una sintesi tra due dimensioni adiacenti eppure così distanti. L’immagine scaturisce come una scintilla dall’accostamento di questi due universi schiacciati l’uno sull’altro. Un bullone, una molla, una lama divengono gli occhi o la schiena di un satiro o l’arma di un dio. E’ un mondo che rinasce dalle sue proprie macerie, è il rifiuto o, meglio il riscatto perseguito attraverso materiali rifiutati da una società autofaga. Siamo oltre le invettive dell’avanguardia, ci aggiriamo in un deserto di macerie ed è solo tempo di ricostruire. Ricostruire un mondo inaudito ma possibile, necessario persino. Non c’è altro in questa alba che rottami sulla spiaggia. E’ già alle nostre spalle il naufragio delle ideologie, è lontano, altrove, l’orizzonte autoreferenziale dell’accademia. Alò, intanto, continua a raccogliere come un bricoleure ciò che viene scartato, rimosso. Affonda le mani nelle viscere di macchine obsolete e mette in immagine il pantheon di una umanità altra. Riscopre, nel fare, la natura astorica delle forme classiche e vi si abbandona. Un dio antico torna allora ad abitare il nostro presente, rinasce a noi nel ferro e nel fuoco. S’invera, diviene carne attraverso la fatica del fabbricare, questo lavoro fisico che ci allontana da ogni deriva estetizzante, da flebili ripensamenti di un concettualismo oramai frigido. Ecco allora la centralità dell’Efesto, un vero e proprio autoritratto. Il dio più umile e, ad un tempo, il più utile ; un dio nascosto e negletto che orgogliosamente produce le forme che toccherà a noi di utilizzare. Antonio Rocca ------------------------------------------------------- L’acrostico latino V.I.T.R.I.O.L, con cui Patrick Alò titola la recentissima esposizione romana, allude all’impegno che l’uomo deve assumersi percorrendo un cammino alchemico di ricerca della “pietra” filosofale, attraverso il quale poter approfondire la propria interiorità e scoprire in se stesso le energie atte a trasformare in “oro” la vile materia. La metafora ben si adatta all’essenza profonda dell’operare artistico di Patrick Alò, che è infatti costituita dalla volontà di potenziare ciò che non ha più alcun valore per la società in cui viviamo e ridare un significato nobile ed alto all’umile materia. Realizzate con materiali ferrosi di scarto, le sue opere rivisitano il bagaglio culturale d’immagini dell’antichità come singolari d’àpres, in cui la sensibilità interpretativa dell’artista, coniugandosi con un’abilissima tecnica, riesce a produrre prodigiose metamorfosi del materiale che l’ambiente ha scartato come rifiuto ed a trasformarlo in oggetto prezioso. Operazione alchemica, dunque, la sua, nel rendere duraturo e significante l’effimero che il mondo moderno ha catalogato come scoria, degna soltanto di abbandono e di morte. Con un lavoro paziente di reciclaggio e con una progettualità artistica che esprime un genuino anelito di rinascita, Patrick Alò salda con il fuoco i resti inutilizzati e degradati del lavoro umano, dando loro nuove dignità e forma, vitalità e dinamismo, dunque rinnovata bellezza. Il risultato di questo impegno sono opere che, pur assumendo a modello capolavori d’arte antica, testimoniano di una realtà contemporanea capace ancora di rigenerazione fisica e spirituale. In bilico tra eroi classici ed esseri galattici, gli dei e i mostri della mitologia, conservando inalterato il fascino dell’armonia costruttiva e dell’equilibrio plastico-spaziale, rappresentano una presenza allarmante, poiché, simili a relitti di una società tecnologica diventata essa stessa memoria archeologica, pongono l’uomo difronte a dilemmi inquietanti. Bruna Condoleo
  • Gallerie che ne espongono le opere

     

    -Galleria del Laocoonte - Via Monterone 13/13 A

    00186 Roma

    Tel. 06/68308994

    www.laocoontegalleria.it

     

    -iSculpture - Via Berignano, 25 -

    53037 San Gimignano - Italy

    Tel.: +39.0577.940207

    www.isculpture.it

     

    -GALERIE FERRERO – 2 rue du Congrès – 06000 Nice – France

    Tél : + 33 4 93 88 34 44

    http://www.galerieferrero.com/

     

  • Opere in spazi pubblici

     

    "Albuquerque Tricentennial Monument"  - 2006

    Tiguex Park - Albuquerque, New Mexico, U.S.A.

     

    "Chirone ferito" - 2014

    Ecomuseo di Collepardo - Collepardo, FR

     

    "Homo Faber" - 2009

    Museo archeologico di Pofi - Pofi, FR

     

    "Pensatore" - 2013

    Fondazione Mastroianni, Castello  Ladislao, Arpino FR